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Argini del Serchio sotto il ponte a Moriano (gruppo)

Unità: 5


Descrizione

L'opere che negli antichi tempi si usarono di opporre al Serchio, erano per lo più gabbionate ed altri incompiuti e deboli ripari di legname e di muramento. I pochi argini di terra che si erano fatti qua e là, sopra tutto dal Ponte di S. Quirico in giù, erano bassi, deboli e considerati come accessori. Nel 1543 dal Cambi bolognese, e nel 1624 da Muzio Oddi, era stato consigliato che si fortificasse almeno la sponda sinistra che guarda la città, con un ben inteso e compiuto sistema di Argini, ma la Repubblica non aveva dato ascolto ai consigli. Né a risolverla erano bastate le promesse fatte nel 1624 alla Toscana d'impedire, appunto col mezzo di argini, che le acque trascorressero nel Lago di Bientina; e nemmeno la solenne obbligazione che contrasse a questo effetto per l'articolo 17 della Convenzione stipulata nell'anno 1655 con detto Governo. Ma in fine, essendo accaduta nel 1696 una grossa piena, col solito traboccamento e passaggio del Serchio nel Lago, che mise sott'acqua la pianura bientinese, il Granduca chiese con tanta forza che si mantenesse una volta la promessa fatta da oltre settanta anni; chè, tra le costui minacce e per la dura esperienza, fu infine dal Consiglio Generale decretata il 20 Agosto 1699 la grande ed utilissima opera dell'arginazione della sponda sinistra del Serchio. La quale di lì ad alcuni anni era compiuta coll'erezione dell'argine nuovo da Moriano al Ponte S. Quirico, e col risarcimento del vecchio e mal fatto che era da questo ponte in basso. Per rifarsi delle spese fu eletta una Cura di sei cittadini, la quale con una relazione del 27 Ottobre 1720, propose che il Ripartimento si dovesse imporre, non solo ai proprietari contigui alla sponda del Serchio, e già compresi nella Imposta Fissa, "ma dilatandolo in quella estensione maggiore, nella quale potessero giungere le acque del fiume, quando uscendo in tempo di escrescenze dal loro alveo, non fossero ritenute dal nuovo argine". Il dì 8 Maggio 1721 la proposta fu ridotta in legge dal Consiglio Generale; e così (restando ferma l'Imposta Fissa) per la nuova difesa di tutta la pianura lucchese che giace alla sinistra del fiume, venne formato un Ripartimento, i cui confini, espressi nella relazione citata, furono laddove il terreno, innalzandosi, diveniva naturalmente incolume dai danni delle acque. Questo Ripartimento venne al solito diviso in due, come era stato fatto della Imposta Fissa; tenendo, cioè, per punto di divisione il Ponte S. Quirico. I due Circondari, benchè eguali d'origine, ebbero però una differente fortuna. In quello dal Ponte di S. Quirico in su, estinti i debiti del primo lavoro, si praticò di fare la effettiva rifusione delle spese che occorrevano di mano in mano per il mantenimento, restauro e ampliazione degli Argini, e quindi fu messo in esazione in somme assai svariate e ad intervalli. L'altro, invece, dal Ponte S. Quirico in giù, rimase consolidato in una somma solita, come si vedrà fra poco.


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