Datazione (dedotta):
1541
Titolo [critico] Titolo [est]
Descrizione [critica]
Questa carta è accompagnata da una documentazione stesa in latino a differenza delle altre che hanno una documentazione scritta in volgare; essa fa riferimento ancora alla misurazione del Piviere di Compito relativa al 1412 e la indica al n. 587 dell'Archivio pubblico del Comune di Lucca. Un'annotazione avverte che sulla carta, nel febbraio del 1418, è stata cancellata la scritta dell'Abbazia di Sesto e che la proprietà è stata assegnata al capitolo dei canonici di San Martino. Inoltre informa che due ufficiali sono stati incaricati di correggere gli errori di misurazione della terra, su richiesta del rappresentante dei canonici di San Martino.
La mappa è una copia della più antica rappresentazione geografica del lago di Sesto di cui si abbia notizia, ed è stata riprodotta per documentare le antiche confinazioni del lago e la relativa toponomastica. Storicamente nei secoli XIII e XIV, i terreni e i paduli circostanti il lago erano sotto la giurisdizione del comune di Lucca. La storia del lago almeno fino al XVI sec. è legata all'attività dei monaci della Badia di San Salvatore. Nel 1182 il Comune di Lucca, avendo operato qualche bonifica, se ne impossessò, e questo portò alla determinazione di confini entro i quali bientinesi avrebbero esercitato il diritto di proprietà. Tale sentenza delineava una preminenza della comunità di Bientina rispetto ad altre comunità che intendevano avanzare diritti sulla zona sud-orientale del lago, preminenza che condusse, in seguito, al definitivo prevalere dei bientinesi per ciò che concerneva i diritti sul lago. Il lago di Sesto compare anche nelle clausole del trattato che il 24 gennaio 1338 venne concluso tra la Signoria di Firenze e gli Scaligeri che si erano impadroniti di Lucca. In virtù di esso i fiorentini divennero i padroni di quanto già apparteneva al comune di Lucca nel Valdarno inferiore, nella Valdinievole e soprattutto in Altopascio, garantendosi il possesso di una parte del lago e delle sue rive. Probabilmente però, l'interpretazione dei documenti doveva essere controversa, se alle misurazioni di questo anno si riferiscono i lucchesi per attestare i loro diritti sul lago (cfr. scheda 68 ovvero f., 58, 1). Nel 1412, sotto la Signoria di Paolo Guinigi, parte del lago venne riconosciuta alla comunità di Castelvecchio, parte alla comunità di Colle di Compito, parte a quella di Palaiuola, pur rimanendo alla Abbazia di Sesto 3500 coltre.
La parte settentrionale del lago, dove era l'Abbazia di San Pietro di Pozzeveri, tenuta dai monaci camaldolesi, le cui proprietà consistevano in poche terre coltivate, in grandi estensioni di boschi e parte della palude usata per la pesca e ilbarcheggio, venne trasferita ai canonici della cattedrale di San Martino del comune di Lucca; mentre un'altra parte divenne proprietà dei domenicani di Lucca per un lascito fatto loro dalla famiglia Giusti. L'Abbazia non sfruttava direttamente le risorse del padule del quale controllava la sponda che dalla foce di Teupascio andava fino alla zona di Porcari, ma affidava a terzi i diritti di pesca e di raccolta della vegetazione palustre.
Tale concessione aveva validità da 2 a 5 anni e ne beneficiavano non solo gli uomini di Bientina ma anche di Porcari, i quali dovevano sottostare a precisi impegni, tra cui tenere sgombre dalla vegetazione le fosse. Nel 1460 gliUfficiali dell'Abbondanza delle carni e dei pesci(1) della Signoria di Firenze, con una lettera del 24 Maggio, intesero imporre agli Anziani di Lucca il principio per cui il lago doveva considerarsi comune da parte degli abitanti dei due territori confinanti, con l'impegno di determinare alcune prescrizioni per la pesca. Tale convenzione, stipulata solo nel 1471, intendeva determinare la confinazione giurisdizionale tra i due stati, ma in pratica non fu mai rispettata come testimoniano i documenti di cui ci stiamo occupando. Le dispute tra lucchesi e fiorentini sui diritti di pesca si riaccesero a partire dal 1541, come dimostrano alcune carte dell'Offizio sopra i Paduli di Sesto, f. 45 e le presenti.
Approfondimenti bibliografici: [1]
Aggiornamenti:
2003-12-03
2006-11-10, Brogi M. , Torre A.
Immagini: