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Diplomatico



12-02-1239 - S.M.CORTEORLANDINI (pergamena)

Datazione (rilevata): 12 Febbraio 1239

Misure: 360 x 725 mm
Materiale: pergamena
Stato: piccole lacune
Stato di conservazione: discreto
Condizione: stesa
Segnatura antica: mazzo n. 132

01. Atto

Datazione (rilevata): 12 Febbraio 1239

Carattere: privato
Traditio: originale
Topica: Lucca, nella casa del testatore e dei fratelli

Persone:
rogante: Rustichello giudice e notaio (signum: 1)
testimone: presenti Paganello quondam Dulcis
testimone: e Upezzino di Matraia quondam Lieti e Bondie tintore figlio Orlandini,
testimone: Franceschi e Boninsegna quondam Bernardi

Regesto:
Rustichello Giudice e notaio Gherarduccio quondam . . . sano di mente e rettamente parlante, volendo disporre delle cose sue, ordina quanto appresso. Labbro suo figlio con altro suo figlio . . . siano suoi eredi e succedano nelle cose sue ugualmente, e siano sotto il mundio di Morettino de Fondora suocero suo, di Francesco suo germano, di Tegrino di Poggio quondam Ubaldi e di Bonaventura Volpelli, i quali abbiano autorità di amministrare etc. etc. anche senza decreto di avvocati o di altro presidio di autorità. E se la sua moglie partorisse una femmina, questa sia da maritarsi a 14 anni ed abbia delle cose e dei beni di detto suo figlio lire 200 di buoni denari di Lucca, ed anche questa sia sotto tutela e mundio di detti tutori. Item lascia leggere sua moglie signora usufruttuaria di tutti i suoi beni finché manterrà il suo letto con castità e abiterà in sua casa col figlio. Ed anche questa lascia sotto il mundio dei sopraddetti tutori. Item giudica e lascia, per rimedio dell'anima sua lire 10 ad un uomo che vada a S. Jacopo di Galizia e faccia preghiera per lui, e per rimedio dell'anima sua. Lascia altre 25 lire da destinarsi ai poveri vergognosi ad altri luoghi venerabili ad arbitrio dei suddetti Morettino e Francesco, delle quali vuole che siano date però alla congregazione dei malati di San Lazzaro del "Ponte Lei Busi", soldi 20 al monastero delle suore minori di Gattaiola soldi 20.
Di più lascia alla congregazione dei frati predicatori di San Romano soldi 25. Alla congregazione dei minori "de Tracchiali" soldi 25. Al monastero delle suore "de Collibus" soldi 20. Al monastero delle suore di Montemagno soldi 20. All'Opera della chiesa di Santa Maria Curtis Rolandingorum soldi 10 al monastero di San Michele di Guamo soldi 20. Alla cella di frate Rustico soldi 20. Alla chiesa di San Michele de foro soldi 20. A Bonafemmina sua madre 100 soldi. All'opera della chiesa di San Martino di Matraia soldi 60. A Talia serva dei figliuoli Gualfredi soldi 20. Ad ognuna delle sue sorelle soldi 20. A Palmiera moglie di Orsello Volpelli altrettanto. A Morettino e Orlandino germani lascia la soprasberga di Stanforte uno dei suoi elmi. Lascia a Buonvillano e Giovanni germani quondam Achilli uno de' suoi scudi da piedi, un paio di gambiere e un elmo. Ai figli del quondam Ughetto Volpelli soldi 10. A Giovanni Zaccaroni la sua guarnaccia ferrante. Ai figli quondam Bonifazio Sermundi soldi 20. A Dibene moglie di Giovanni Leoni la sua Guarracci a Albascia.
Fatto in Lucca in casa di esso Gerarduccio e dei fratelli presenti, Paganello quondam Dulcis, e Upezzino di Matraia quondam Lieti e Bondie tintore figlio Orlandini testimoni.
Dopo di ciò il 12 febbraio anno stesso lo stesso Gerarduccio, infermo di corpo ma sano di mente dispose che Upertino suo fratello sia mondualdo e tutore dei suoi figli insieme con gli altri sudditi, ed abbia le stesse autorità. Item volle che, se Morettino morisse avanti l'età legittima dei figliuoli suoi Cacciaguerra figlio di esso Morettino debba succedergli nell'ufficio colla stessa autorità. Item lascia al suddetto Volpello lire 25 di denari lucchesi. A Francesco germano suo lire 15. A Ubaldo Boccio soldi 40. A Marcolfo ed ai suoi figliuoli soldi 20. A Lucia suora di Gattaiola soldi 10. A Buonaventura Volpelli libbre 50, da godersi in società coll'anzidetto Morettino de Fondora, con Francesco suddetto, con Uberto e Orlandino Torselli e Matteo Divitis soci dello stesso Gherarduccio finché durerà la società. Item lasciò che qualvolta suo figlio Labro morisse, e la moglie di esso Gherarduccio avesse una figlia da maritare questa a 14 anni abbia lire 300. "Item" che se detto Labro e sua figlia o figlio che potesse fare la moglie sua morissero, e la figlia non fosse congiunta in matrimonio legittimo, ognuno dei suddetti tutori abbia 100 soldi, e le sue germane abbiano ognuna lire 10, e lire 50 siano distribuite per rimedio dell'anima sua da frate Guido suo germano o dai guardiani dei frati minori di Santa Maria Maddalena, se detto frate Guido più non vivesse.
Fatto nel detto luogo, presenti Nicolao quondam Giovanni Franceschi e Boninsegna quondam Bernardi testimoni.
N. B. Questo atto generalmente deperito, è malamente legibile e manchevole in alcuni luoghi, come nel cognome del testatore.


Aggiornamenti:
1900-01-01, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro

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