Datazione (rilevata):
16 Agosto 1231
01. Atto
Datazione (rilevata):
16 Agosto 1231
Persone:
rogante: Guido giudice e notaio (signum: 1)
testimone: presenti prete Guidone e Riccomo diacono canonici di essa pieve e Francesco Molesti,
testimone: Il giorno seguente
testimone: nel palazzo del Vescovato di Lucca
testimone: presso S. Maria in Monte
testimone: presenti esso Pievano
testimone: esso prete Guglielmo
testimone: Ventura figlio Nustini e Dato quondam Ildebrandini
testimone: detto Opizzo canonico di Lucca
testimone: per s‚ e per Ubaldo primicerio di Lucca
testimone: deputati per raccogliere e conservare i redditi e possessi del Vescovato
testimone: e a nome di questo
testimone: confermarono detta elezione
testimone: e prete Tedesco pievano suddetto investì detto Amazore diacono "de temporalibus" di essa chiesa di S. Michele de Colle
testimone: e ricevettero dal medesimo la manuale obbedienza e fedeltà
Regesto:
Guido Giudice e notaio Vacando la chiesa di S. Michele de Colle del plebato di Santa Maria in Monte, ed essendo stato eletto per concordia di tutti i lombardi e del popolo Vanni perchè . . . per se e per tutti i soprrascritti, eleggesse un rettore a detta, esso Vanni elesse Amazore in rettore della chiesa stessa, e quindi chiedesse da Tedesco pievano della chiesa di Santa Maria in Monte la conferma di esso eletto, fu obiettato da prete Guglielmo cappellano del vescovato di Lucca e dal vescovato stesso, che tale elezione non era da confermarsi. Diceva esso Guglielmo essere stato disprezzato . . . il Vescovo di Lucca, il quale era di essa chiesa compatrono che rispose devano essi Longobardi e popolo che il Vescovato di Lucca non era da consultarsi, perchè molte elezioni fossero state fatte da loro senza il consenso di quello. A che essendo stato delegato dal papa Opizzone canonico di Lucca, deputato per conservare le cose e i possessi del vescovato, fu da lui risposto che essendo il vescovato stesso il patrono della chiesa già detta, l'elezione sarebbe nulla, senza il consenso del vescovo e che di più il vescovo aveva possessione per alcuna parte nel consortato dei detti longobardi. Per lo ché di consenso e volontà di detto Opizzone, per il vescovato di Lucca, dei detti Longobardi e del popolo per la controversia determinata in questo modo, salvo i diritti delle parti in futuro, in modo che la presente elezione non cresca né diminuisca nissun diritto né circa la proprietà né circa il possesso. Che cioè l'eletto abbia la conferma ed istituzione dal pievano suddetto e li presti obbedienza, e dal medesimo abbia la investitura dei temporali, e che a lui presti obbedienza e fedeltà per il vescivato di Lucca.
"Acta sunt" nel chiostro della Chiesa di Santa Maria in Monte, presenti prete Guidone e Riccomo diacono canonici di essa pieve e Francesco Molesti, testimoni.
Aggiornamenti:
1900-01-01, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro
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