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09-10-1301 - S.GIUSTINA (pergamena)

Datazione (rilevata): 9 Ottobre 1301

Misure: 510 x 670 mm
Materiale: pergamena
Stato: integra
Stato di conservazione: buono
Condizione: stesa
Segnatura antica: mazzo n. 273

01. Atto

Datazione (rilevata): 9 Ottobre 1301

Carattere: privato
Traditio: originale
Topica: Luce nella via pubblica a pie' della casa del forno del monastero o chiesa di S. Giustina predetta / Lucca, nella via pubblica ai piedi della casa del forno del monastero o chiesa di S. Giustina; Lucca, nella via pubblica ai piedi della casa di Freduccio Margalli; Lucca, nel palazzo vescovile

Persone:
rogante: Pagano del fu Rocchisciano di Pagano di Lucca, notaio (signum: 1)
testimone: Tomeo Sandoni notaro e Turco Beni notaio

Regesto:
Pagano quondam Rocchisciani Pagani di Lucca notaio Chierino quondam Schiatte Alcherii per sè e Nicolao Fazio e Lemmo germani suoi figli, Francesco quondam Bonaiuti e altri parrocchiani della chiesa S. Giustina di Lucca, costituirono loro Sindico e procuratore Fredo alcherii, notaio, presente e ricevente, in tutte le loro cause, questioni e liti con le singole persone, collegi università, in tutte le curie della città, e fuori, presso il Pontefice, il Vescovo di Lucca e suo Vicario, con facoltà di sostituire uno o più Sindaci, o procuratori, dando ad essi simile mandato.
Actum Luce nella via pubblica a piè della casa del forno del monastero o chiesa di S. Giustina predetta.
Segue un atto del detto notaio del 14 Ottobre 1301, col quale il detto Fredo notaio sostituisce e fa, in suo luogo e dei predetti dei quali e procuratore, Sindico procuratore è certo Nunzio Tomeo Riccordati notaio cittadino lucchese.
Actum luce nella via pubblica a piè della casa di Freduccio Margalli.
Vi è poi un altro atto del detto notaio, del 17 ottobre 1301, col quale il detto Tomeo procuratore sostituto, alla presenza di frate Enrico Vescovo di Lucca espone che poco fa venne a sua notizia la lettera emanata da esso all'abbadessa e monache di S. Giustina in questa forma. Segue detta lettera nella quale detto Vescovo volendo provvedere secondo la costituzione di Bonifazio VIII, ordina che siano fatti nel detto monastero taluni lavori per assicurarne la clausura nel termine di tre mesi sotto pena di scomunica ed invocato, se necessario, il braccio secolare. Viene in seguito altra lettera del 12 ottobre 1301 nella quale il Vescovo dispone che sia tenuta aperta la porta che è in mezzo alla chiesa e ordina la chiusura della porta verso il classo e delle due porte per le quali si entra nel secondo chiostro, in lateribus matonibus pietra o calcina.
Quali lettere se da essa abbadessa e monache fossero mandate ad effetto, ciascuno di essi parrocchiani ne sarebbe gravato; si appella quindi alla Sede Apostolica protestando e chiedendo al Vescovo che pendente questo appello non faccia fare novità.
Le ragioni di tali gravami riguardano le sepolture dei detti parrocchiani, il diritto che hanno di adire alla chiesa di S. Maria che è nel secondo chiostro.
Acta nel palazzo Vescovile alla presenza di don antonio canonico di Asti Vicario del detto vescovo, oltre la porta del detto palazzo, assente il detto Vescovo, requisio a viva voce dal detto procuratore non potendo esso aver la copia, perchè Martina familiare del detto vescovo disse che ad esso non poteva avere adito, nè la sua copia e perciò tutto ciò propone alla presenza di detto Vicario.
Tomeo Sandoni notaio e Turco Beni notaio testimone


Aggiornamenti:
2000-01-02, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro

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