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25-10-1187 - S.GIOVANNI (pergamena)

Datazione (rilevata): 25 Ottobre 1187

Misure: 400 x 400 mm
Materiale: pergamena
Stato: piccole lacune
Stato di conservazione: ottimo
Condizione: stesa
Segnatura antica: mazzo n. 53

01. Atto

Datazione (rilevata): 25 Ottobre 1187

Carattere: pubblico
Traditio: originale

Persone:
rogante: Pietro figlio di Gerardino prenominato Leccamolino giudice e notaio (signum: 1)
testimone: di Bilinciano di Lunata,

Regesto:
Petro filgio di Gerardino prenominato Leccamolini giudice e notaio.
sentenza in una lite vertente fra Bene prete e priore di S.
Giovanni e Santa Reparata da una parte, e Gottifredo plebano di S.
Frediano e S. Giovanni Battista di "Lunata", e per la cappella dio S. Lorenzo di "Picciorano" dall'altra parte. La controversia era la seguente. Chiedeva Bene priore che il suddetto Florentino prete fosse remosso dalla Cappella di S. Lorenzo di "Picciorano", perché la elezione del sacerdote di quella Cappella apparteneva, come patrona, alla chiesa di Santa Reparata; ed inoltre allegava che tale investitura era stata fatta da detto piovano dopoché era stato appellato al Papa; ed allegava pure a sostegno di tale diritto, che esso e suoi confrati venoivano onorificamente invitati nella festa di S. Lorenzo dal cappellano della chiesa o dai vicini della cappella, e cantavano la messa maggiore; e che annualmente in occasione di detta festa in segno di Patronato dovevano avere denari tre e un'"avvinta" di candele. Quanto sopra veniva negato da detto piovano e Florentino prete, fuorché la rendita delle candele e dei tre denari. Di più il suddetto priore reclamava che gli venisse remesso il detto gius patronato che eragli stato molestato, lo che veniva negato dal plebano; il quale per l'opposto chiedeva nell'interesse della Pieve di essere liberato da ogni molestia per detta cappella, che asseriva spettare alla pieve stessa, allegando esser più di anni sessanta che aveva sempre liberamente collocati e remossi i sacerdoti di quella cappella, e che mai la chiesa di S. Reparata aveva fatta presentazione di verun cherico. Il priore negava che spettasse alla pieve o al plebano la istituzione, o collocazione, e presentazione del cappellano alla Cappella. La suddetta lite essendo stata delegata da Urbano papa a Rolando preposto di San Giorgio, e a Guidone prete e priore di S. Donato legato del Papa, sentenziarono dichirando che il patronato della sudetta cappella spettava al priore della chiesa di Santa Reparata, e condannando i detti piovano e prete Florentino a dimetterlo libero e quieto al priore della chiesa stessa. Sentenziarono inoltre cheil cappellano della cappella, o esso mancando, i vicini della medesima debbano onorificamente invitare il priore stesso e suoi fretri alla festa di San Lorenzo e rendere alla chiesa di S.
Reparata in occasione di detta festa tre denari e un'"avvinta" di candele. Finalmente condannarono il priore e suoi fretri a consentire e a permettere a Florentino prete di dimorare senza molestia in detta cappella, e di permettere al plebano e suoi successori di collocare il sacerdote e i cherici in detta cappella senza molestia, e di avere tutti gli altri diritti che come plebano gli spettano in una cappella che gli è commessa.
Fatta alla presenza di rolando giudice quondam Ubeldino, di Guidone figlio di Corso Guidimagi e di benevento quondam Gulielmo, e di Bilanciano di "Lunata". testimone


Aggiornamenti:
1999-06-04, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro

Immagini:
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