Datazione (rilevata):
10 Febbraio 1231
01. Atto
Datazione (rilevata):
10 Febbraio 1231
Persone:
rogante: Toperto del fu Rolando notaio dell'Imperatore Federico (signum: 1)
testimone: Data e recitata questa sentenza nel claustro della Pieve di S. Verano di Peccioli
testimone: presenti prete Matteo e prete Rogerio canonici della stessa pieve e Truffetto e Capitone quondam Piero Truffa e Giovanni quondam Preitelli,
Regesto:
Toperto quondam Rolando notaio dell'Imperatore Federigo.
P. preposito di Peccioli, della diocesi di Volterra dichiara di avere ricevuto dal Papa Gregorio una lettera che nel suo tenore si trova inserita nell'atto presente, con la quale gli dice di aver ricevuto querela dal rettore e frati dello spedale San Leonardo di Treponzio contro G. ed altri della citta' e diocesi di Lucca, sopra il giuspatronato, decime ed altre cose dello stesso spedale che essi si usurpavano, e pero' l'incarica di prendere cognizione della causa e di deciderci rimosso ogni appello, la quale lettera è in data di Perugia del 21 Dicembre 1229. Al seguito di cio' il detto preposito per mezzo di Sornaco canonico di S. Reparata di Lucca fa citare Enrigo Baldinotti cittadino di Lucca e il sindaco procuratore di S. Leonardo in Treponzio perche' si presentino a lui, e il detto canonico gli fa conoscere di aver citato il detto Enrigo Baldinotti, Uberto Giudice quondam Gango, Pandolfino quondam Tedaldango e Uberto quondam Gottifredo Ubaldini cittadini di Lucca, perche' dentro il termine di dieci giorni compariscono avanti il detto preposito, e di piu' gli fa sapere che quando citava il detto Enrico, sguainata la spada esso fece insulto a un suo nipote che si trovava ivi presente. Essendosi poi il detto Enrigo, e gli altri resi contumaci, Bonaccorso converso dello spedale di S. Leonardo e procuratore e sindaco del medesimo, chiese a ferma del libello che fosse dichiarata nulla la sentenza pronunziata da Parente gia' potesta' di Lucca al tempo di Onorio Papa, perche' pronunziata da un giudice non suo e scomunicato, e che imponga silenzio dal detto Enrigo che pretendeva ingiustamente esercitare il giuspatronato sopra il detto spedale; su di che il detto preposito pronunzio' sentenza a favore della domanda, dichiarando scomunicati coloro che avessero contravenuto alla sentenza stessa.
Data e recitata questa sentenza nel claustro della Pieve di S.
Verano di Pecioli, presenti prete Matteo e prete Rogerio canonici della stessa pieve e Truffetto e Capitone quondam Piero Truffa e Giovanni quondam Puntelli, Testimoni.
Aggiornamenti:
1900-01-01, Contessa
2006-12-31, Nelli Sandro
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